Vi offriamo oggi, con l'inizio della primavera, una poesia scherzosa, con qualche "errore" voluto, che era stata pubblicata in occasione dell'apertura dei nuovi corsi di danza alla R. Scuola di Danza di Jia Ruskaja su "Il Travaso delle idee" del 13 ottobre 1940.
Tiritera
di Accio d'Empoli
Nuova una Scuola iniziasi,
e avrà le allieve a mille
chè per le danze classiche
s'infiamman le donzille.
Son tutte giovanissime,
alcune solo impuberi;
se al mestier non aspirano
ci sono i "corsi luberi".
Per tal ragione, iscriversi
non è cosa malvagia;
è una Scuola magnifica,
non privata ma Ragia.
Vi giuro (fra parentesi:
non sono mica un ciuco)
fra i direttori artistici
c'è pure Silvio d'Amuco,
che ad ogni allieva idonea,
è logico io presuma,
consegnerà, quel critico
illustre, il suo dipluma.
Sbaglian quei che suppongono
che, varcata la soglia
della Scuola, s'imparino
la polca e la quadroglia,
nè tampoco con scandalo
nessuno gli occhi torca:
non vi s'insegna il valzere
e neppur la mazorca
ma solo danze eclettiche,
e a dire anche mi spingo
che proclamati inutili
saran la rumba e il tingo.
Avanti dunque: musica!
e delle danze i giudici
a dar lezioni inizino
con lena, il giorno sudici!
Ond'io vedo Tersicore
(quando no ho la sbronza)
che, in languida attitudine,
al suon dell'arpa donza!
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