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martedì 21 aprile 2015

Solo emozioni danzando... l'AND è viva

Questa è stata una settimana ricca di emozioni per gli studenti dell’Accademia Nazionale di Danza, che ha visto come protagonisti Paolo Arcangeli per l’appuntamento Nostos. Il viaggio di ritorno,  con gli allievi del I triennio classico, e Rodolpho Leoni della Folkwang University of the Arts di Essen, con gli allievi del II biennio contemporaneo.
Paolo Arcangeli  si è diplomato presso l’Accademia Nazionale di Danza nel 1999 per poi aprirsi al mondo della danza lavorando in compagnie italiane ed estere come danzatore e coreografo.
Sabato 18 aprile presso il teatro Ruskaja si è tenuta la performance degli studenti del I triennio classico protagonisti della coreografia At Dawn, la nuova coreografia che Paolo Arcangeli ha creato per l’occasione su musica di Charles-Camille Saint-Saëns. 
Il Nostos, festival organizzato dalla Prof.ssa Francesca Falcone docente di Teoria della Danza in Accademia,  rappresenta un ritorno alle origini per gli ex studenti che hanno continuato con tenacia il proprio sogno, diventando testimonianza per noi attuali studenti di quello che l’Accademia insegna e di come sia necessario continuare a lavorare anche dopo la scuola per aprirsi al vero mondo, quello del lavoro e dei sacrifici.
Ed è sempre in Accademia che attraverso l’Erasmus, tanto desiderato dagli studenti e reso possibile grazie al lavoro della Prof.ssa Morena Malaguti, è giunto Rodolpho Leoni della Folkwang University of the Arts di Essen.
Con questo grande maestro e coreografo, gli studenti del I biennio contemporaneo hanno lavorato per un’intera settimana per 4 ore al giorno. Un lavoro nuovo ed interessante grazie al quale gli studenti hanno potuto divertirsi, emozionarsi e riflettere.
Il maestro Leoni ha portato una carica di energia frizzante e coinvolgente che ha dato agli studenti quel pizzico di forza in più per continuare a lavorare e per terminare il loro ultimo anno.
Eh già, l’Accademia per gli studenti del II biennio classico e contemporaneo sta per concludersi… e dopo? Questa è la domanda che tutti si pongono… tutti non vediamo l’ora di terminare ma nel contempo abbiamo paura di cosa accadrà dopo.
L’Accademia si trasforma, dopo cinque anni di frequentazione ai Corsi di Laurea, in una famiglia e come in tutte le famiglie c’è amore e odio… ma l’Accademia resta nel cuore e dopo c’è semplicemente il mondo, quel mondo che saremo pronti ad affrontare perché dalla nostra “famiglia” abbiamo ricevuto tutti gli strumenti per poterlo fare. 
È come quando si scende da una grande nave: in cima alla scaletta che unisce la nave alla terra guardiamo il panorama vastissimo che si apre dinanzi a noi e ci accorgiamo di non riuscire a scrutarne la fine. Questo ci fa paura ma in fondo cos’è la fine per noi? Niente, perché la nostra danza, la danza che ognuno ha dentro, non finirà mai…
L’Accademia è tutto questo e altro e per scoprirlo non resta che recarsi sul colle Aventino i giorni 27- 28-29 aprile dedicati all’Open Day, durante i quali l’Accademia sarà aperta a chiunque abbia voglia di conoscere questa fucina di studenti talentuosi e docenti formidabili
L’iniziativa GID@AND, è ideata dal Maestro Joseph Fontano, docente di tecnica contemporanea dell’Accademia. 

Vi aspettiamo perchè l’AND è VITA…

Per info sulle giornate di Open Day:


Maria Rinaldi 
Borsista della Biblioteca 
dell’Accademia Nazionale di Danza

sabato 7 marzo 2015

Un arrivederci ai ragazzi Erasmus

Nel corso del I semestre di questo anno accademico 2014/2015 l’Accademia Nazionale di danza ha accolto ben 10 ragazzi Erasmus: Madara Luīze Muzikante, Ieva Balčiūnaitė, Catarina David, Maria Maia, Tautvydas Tarasevicius, Inga Zēbolde, Līva Anna ValdheimaMarta Krilova  e Drolma….
Da qualche giorno sono partiti per fare rientro nei loro paesi e noi tutti con tanta commozione li salutiamo e speriamo di aver regalato quella nostra artisticità squisitamente italiana, un po’ folle, un po’ fuori dalle righe ma pur sempre coinvolgente.
L’AND è un posto fantastico, unico in Italia, privilegiato… è la culla dell’arte e della danza italiana e noi tutti siamo fieri di farne parte… con il progetto Erasmus finalmente il mondo comincia a conoscerci con tutti i nostri pregi e difetti…
Questo è stato un anno difficile ma siamo convinti di aver lasciato un segno forte nel cuori di questi ragazzi che hanno scelto l’Italia, hanno scelto Roma, hanno scelto l’Accademia Nazionale di Danza.
Su questo meraviglioso colle ogni giorno accade qualcosa di magico: tutti danziamo e tutti con tenacia, coraggio, fatica e tanta passione lottiamo affinchè la nostra arte venga rispettata e onorata.
Finalmente è giunto il momento di aprirci, di mostrarci al mondo, di mostrare che NOI SIAMO L’ACCADEMIA NAZIONALE DI DANZA…
ARRIVEDERCI RAGAZZI….ARRIVEDERCI AND…..

Maria Rinaldi
Borsista della Biblioteca
dell’Accademia Nazionale di Danza

giovedì 18 settembre 2014

VOGLIA DI PARTIRE, ESPLORARE NUOVE METE, CONOSCERE NUOVE CULTURE, DANZARE NEI PIÙ GRANDI TEATRI ….? TUTTO QUESTO È L’ERASMUS

Una foto del gruppo di Barcellona con la professoressa Jeanne Solan danzatrice di Jiri Kilian

Lo scorso anno accademico sono partiti quattro studenti Maria Rinaldi, Marta Zampetti, Silvia Borsetti, Domenico L’Abate e tre docenti Laura Martorana, Dino Verga, Morena Malaguti, e tutti costoro sono tornati  con un bagaglio ricco di esperienze e di ricordi  indimenticabili.L’esperienza Erasmus è finalmente giunta all’Accademia Nazionale di Danza e rappresenta un’occasione unica e imperdibile.
A scrivervi è proprio una testimone diretta che ha trascorso cinque bellissimi mesi in Spagna nella calorosa città di Barcellona.
Non nascondo di aver avuto dubbi e paure prima della partenza. Temevo che andando via avrei perso un pezzo della mia vita qui in Accademia e che sarei rimasta “indietro” (utilizzando un’espressione che tra noi studenti è abbastanza tipica) sui programmi accademici del mio corso di studi. La questione più ostica riguarda i crediti e voti … ero preoccupata della corrispondenza dei crediti tra la mia scuola e quella scelta per l’Erasmus, per i voti che in Spagna sono dati in decimi (in Italia in trentesimi), per la lingua, per le materie diverse rispetto al mio piano di studi.
Leggendo di questi miei dubbi per chiunque sarebbe scontato pensare che forse sarebbe meglio non partire, restare a casa, fare il bravo e ligio studente ed evitare di sognare, di conoscere nuove realtà. Ad un tratto però tutto è cambiato e dopo aver chiesto tramite mail all’Institut del Theatre di Barcellona di poter effettuare il secondo semestre presso la loro scuola, dopo aver ricevuto risposta affermativa, a seguito della valutazione del materiale che avevo inviato, mi sono convinta che questa sarebbe stata un’occasione da non perdere, un’esperienza unica e che tutto il resto sarebbe stato solo questione di burocrazia.
Chi si approccia all’arte, qualunque essa sia, non può rinunciare all’occasione di conoscere e apprendere da ogni fonte o pensare di  restare ancorato alla scuola come se fosse la grande madre dalla quale non separarsi. Danzare, nel nostro caso, significa sentirsi liberi di esplorare e sperimentare. Andare in Erasmus significa proprio questo. 
Appena giunta in Spagna ho capito di aver fatto la giusta scelta.
Nel corso dei cinque mesi trascorsi a Barcellona ho avuto la possibilità di conoscere e apprezzare nuovi professori che hanno stimato la mia dedizione agli studi e soprattutto conoscere nuovi e simpaticissimi compagni di classi provenienti da ogni dove: Spagna, Portogallo, Finlandia, Repubblica Ceca.
Partecipare all’Erasmus significa lanciare una sfida a sé stessi: imparare una nuova lingua, accettare una nuova mentalità scolastica, adattarsi in breve tempo all’ambiente, conoscere una nuova città colma di storia e tradizioni locali, farsi nuovi amici italiani e non, investigare sulla danza, osservare nuovi metodi di insegnamento e soprattutto imparare tantissime cose nuove.
L’Erasmus regala emozioni, gioie, lacrime e ti consente di riflettere su chi sei, cosa vuoi diventare e cosa vorresti fare per il tuo paese di origine.
Andando all’estero, sogno ormai di tutti i giovani della nostra generazione, ho compreso che noi che rappresentiamo il futuro di questo paese, dovremmo e potremmo davvero porre la nostra arte come strumento di cambiamento e rivoluzione. Sogno di una giovane ancora immatura e troppo illusa? Forse, ma l’Erasmus è anche questo. In Erasmus si danza con una nuova passione, si studia con grande curiosità e si torna a casa più forti e grandi di prima ….
Partite e danzate, danzate e danzate ancora…

di Maria Rinaldi
borsista della Biblioteca