giovedì 18 dicembre 2014

Auguri dalla Biblioteca















La Danza appartiene al silenzio dello spirito 
                                            (Martha Graham)


Manuela Canali responsabile bibliotecario,
Antonella Altavilla assistente di biblioteca,
Nika Tomasevic, curatrice del blog,
Mariangela Olmeda volontaria,
Grazia Pia Sabatelli volontaria,
Maria Rinaldi borsista dell'Accademia,
Desirée Carletti tirocinante dalla Università
degli Studi Tor Vergata.  






This is Francesca Vinci and I teach English to the first year undergraduate 
students. However, I would not be here if there were not my students, my 
loud, quiet, fantastic dancers. 
They are the AND: they are its walls and its concrete; they are its sky and 
etoiles and to shine even brighter they need a guide, as the sailors needed 
their Polaris and the Wise Men needed their Bethlehem Star looking for the 
Newborn King.
Merry Christams from me and my students whose thoughts summerise 
the poetry and graceful art that can be almost smelled by entering the 
Academy.

Dancer, sacrifices, discipline, rhythm, music, freedom. Dance is LIFE.

'Dance is the expression of what I have in my soul that I write with my arms, 
legs and heart... and the body becomes poetry.'

'A dancer is a soul that follows the rhythm of music and moves gracefully in 
the air, while carressing it.'
'... when I dance, I speak of me, of my true self, of my past and of my 
exeriences without using words because they are not enough, most of the 
times.'
'When my body changes through its movements, my inner self changes 
itself in its emotions, sensations and personalities.'

Dancing is the best expression of our human and angelic nature. 

Buon Natale from us all. 

lunedì 1 dicembre 2014

Nostos: Sara Simeoni


Comunicato Stampa
L’Accademia Nazionale di Danza è lieta di presentare
NOSTOS . Il viaggio di ritorno

di
Sara Simeoni
Corpo in un flusso continuo, organico e dinamico


Sabato 29 novembre il IX Festival ”Danza con noi” dell’Accademia Nazionale di Danza si apre con la danzatrice, coreografa e insegnante Sara Simeoni, introdotta da Elsa Piperno. Al termine della serata gli studenti dei I Triennio contemporaneo dei prof. Anastasio, Bonavita, Caponera e Marignetti si esibiranno in una performance basata sul lavoro che nel corso della settimana hanno svolto con Sara Simeoni.
Nella ricerca di Sara il corpo fisico - materia concreta e ricettacolo di emozioni, sensazioni, intuizioni, desideri e impulsi - assume un ruolo centrale. Dopo un riscaldamento a terra (floor work) e un lavoro in piedi, entrambi incentrati sui principi di peso, gravità, caduta e recupero, il corpo è condotto gradualmente in un flusso continuo, organico e dinamico. Gli studenti hanno ricevuto da Sara partiture di movimento e materiale coreografico che, attraverso l'improvvisazione hanno poi restituito, esplorando e ricercando un proprio linguaggio e una propria poetica.

Sara Simeoni è danzatrice nella Compagnia Carolyn Carlson per la nuova creazione NOW con debutto a Parigi al Théâtre National du Chaillot (2014).
Dal 2005 al 2013 lavora come danzatrice e performer al Centre Chorégraphique National Roubaix diretto da Carolyn Carlson.
Dal 2004 inizia un suo percorso di ricerca coreografica con le sue creazioni: Dritter Raum, Holy skin & Lazy bastard, Dont' crash in case of fire, Non Trascuro, Piani Invisibili e Puls emotion. Come insegnante è stata invitata presso: Académie du Spectacle Equestre du Versaille diretta da Bartabas; KNUA Korean National University of The Arts a Seoul, IALS (Roma), La Scatola dell'arte, Compagnia Residui Teatro Madrid, Compagnia Tecnologia Filosofica, Marameo e Tatwerk, Festival Zip Orvieto (diretto da Rossella Fiumi), Compagnia Dream Time, Compagnia Flux, Corpi Visionari (progetto transfrontaliero Italia/Svizzera).
Ha collaborato con artisti quali i videomakers Lutz Gregor e Stefano Maksan Di Martino nonché con il compositore James Reynolds e il fotografo Andreas Bitesnisch.


Ideazione e organizzazione: Francesca Falcone
Supporto tecnico: Marco Melia (responsabile), Silvia Borsetti, Luca Braccia e Giuseppe Perricone (coordinamento). La manifestazione è aperta al pubblico fino ad esaurimento posti.
Teatro Ruskaja - Accademia Nazionale di Danza, Largo Arrigo VII, 5. Ore 18.00
Per ulteriori informazioni si prega rivolgersi alla sig.ra Maria Sidoti (Tel. 06 57176206) 




NOSTOS: IL VIAGGIO DI RITORNO DI SARA SIMEONI

Coinvolgente, introspettiva, riflessiva, entusiasmante….  sono questi gli aggettivi con i quali gli allievi del I Triennio Contemporaneo hanno descritto l’intensa settimana trascorsa con Sara Simenoni.
Sabato 29 Novembre alle ore 18.00 presso il Teatro Ruskaja dell’Accademia Nazionale di Danza è iniziata la IX edizione del Festival “Danza con noi” che apre le porte al viaggio di ritorno di Sara Simeoni, ex allieva dell’Accademia, ora danzatrice nella Compagnia Carolyn Carlson e coreografa.
L’incontro con Sara Simenoni ha lasciato un segno profondo in questi giovani allievi che hanno avuto l’opportunità di lavorare con una danzatrice meravigliosa il cui movimento ha senso solo per il suo essere movimento in sé.
Muoversi per conquistare lo spazio, per disegnare un’architettura invisibile che sia il risultato del movimento personale, muoversi per il piacere di danzare ed esserne consapevoli… ecco alcuni dei temi affrontati la scorsa settimana e che sabato sono coronati in uno spettacolo ricco di emozioni e pieno dell’esperienza di una professionista di alto livello: Sara Simenoni.

Maria Rinaldi
Borsista della
Biblioteca Nazionale di Danza



sabato 22 novembre 2014

Sharon Fridman: liberi di volare, cadere e rialzarsi

Caida Libre è lo spettacolo con cui il coreografo Sharon Fridman ha aperto la quinta edizione di DNA a Romaeuropa Festival. 
Questa performance nasce con l’obiettivo di coinvolgere nel lavoro coreografico venti persone (danzatori e non), attraverso un intenso workshop di tre giorni.
Tra queste venti persone compare il mio nome. Sono testimone di un’esperienza unica che ha lasciato un segno profondo perché mi ha fatto riflettere, mi ha emozionato, mi ha condotto in un mondo nuovo… i tre giorni di workshop sono stati faticosi ma nello stesso tempo divertenti e ricchi di emozioni diverse.
Il lavoro di Fridman scaturisce dalla natura del corpo, privo di sovrastrutture, orpelli e decori, ma limpido e naturale. Semplice a dirsi ma difficile a farsi.
La vera difficoltà consiste nel ritrovare la vera identità, quella primigenia che ci appartiene fin dalla nascita e che si fonde nell’identità collettiva del mondo al quale apparteniamo.
Si dispiega così un lavoro del corpo percettivo, intimo, personale, ma sempre aperto all’altro attraverso un contattato fisico che annulla la diversità tra i sessi, le barriere sociali, le diffidenze e conduce ad un amalgama unitario nel quale il proprio corpo si perde nei corpi degli altri.
Il senso di questo lavoro consiste proprio nella fiducia in noi stessi e negli altri, nella riscoperta dell’organicità del corpo che tutto può, perché il corpo ha la sua storia, la sua memoria e i suoi grandi poteri. Il corpo è lo strumento con cui affrontiamo la vita di ogni giorno, con il quale lottiamo, resistiamo, cadiamo… ma quella caduta non è il segno del fallimento quanto la possibilità di poter ricominciare, forse a cadere nuovamente, ma pur sempre pronti a rialzarci.
In questo viaggio così breve, l’incontro con Fridman mi ha dato la possibilità di riflettere su me stessa e sul mio essere “persona danzanteù”… ho capito quanto la mia danza sia la danza di tutti, quanto importante sia ritrovarsi nella collettività di corpi diversi che condividono con me questa vita privilegiata che ci è stata donata e che vale la pena vivere con quel senso di libertà che inevitabilmente ci appartiene.
La danza di Fridman è tutto questo e forse altro che solo il corpo può spiegare.

Sharon Fridman è un coreografo e danzatore di origine israeliana, ubicato nella città di Madrid dove si trasferisce nel 2006 dando il via ad una ricerca rivolta alla connessione tra anima e corpo e tra persone diverse con i loro corpi e scrivendo una storia che nasce dall’incontro e dalla collaborazione.
Maria Rinaldi 
Borsista della Biblioteca
dell’Accademia Nazionale di Danza


Guardare, parlare, danzare: IRIDICO, un progetto di Romaeuropa Festival 2014

È giunto alla 29° edizione Romaeuropa Festival che nel corso di questo anno 2014, ha rappresentato la linfa vitale, come cita il suo stesso titolo, di uno stuolo di artisti di ogni calibro.
Ricco di spettacoli emozionati e suggestivi, Romaeuropa Festival si apre all’Europa e porta nella scena italiana, rappresentata dalla bellissima città di Roma, la dimensione internazionale odierna. 
Ed è all’interno di questo scenario così variegato che prende vita un progetto formativo di approfondimento dedicato alla danza contemporanea: IRIDICO, giunto alla sua quarta edizione.
Il termine nasce da una interessante fusione: iride, con riferimento all’occhio e all’atto dell’osservazione, dico, dal verbo dire, con riferimento alla possibilità di discutere in merito a ciò che è stato oggetto dell’osservazione. 
Grazie ad Anna Lea Antolini, responsabile  promozione della danza e della programmazione DNA della Fondazione Romaeuropa, un gruppo di venti studenti provenienti dalle Università degli studi “Sapienza” e “Tor Vergata” di Roma e dall’Accademia Nazionale di Danza, guidati dalla  coreologa Laura Delfini, hanno avuto la possibilità di assistere ad alcuni degli spettacoli più belli del Festival, istruiti sull’operato dei coreografi attraverso un approfondimento di pre-discussion e chiamati, dopo lo spettacolo, ad un dibattito vivace e produttivo in un momento di post-discussion.
Il viaggio all’interno del Festival si è svolto in un territorio variegato, abitato da artisti diversi per generi e per stili, ma  tutti accomunati nell’essere protagonisti della danza di oggi. 
Un vorticoso viaggio ricco di emozioni, lacrime, gioie, riflessioni, perplessità e curiosità che ha visto protagonisti: Akram Khan e Israel Galvàn, Hofesh Shechter, Virgilio Sieni, Alain Platel, Fréderick Gravel e Dada Masilio.
Il gruppo si è poi catapultato nella intensa settimana di DNA, vetrina dedicata ai giovani coreografi italiani e europei, assistendo tutti i giorni e anche talvolta nello stesso giorno, a diversi spettacoli ed elaborando una capacità critica e di apprendimento rapida e istantanea.
IRIDICO ha rappresentato sicuramente un’occasione per emozionarsi e sognare ad occhi aperti, ma anche per riflettere su come, oggi,  ci si pone nei confronti della danza e su come le idee degli artisti fluiscano all’interno delle loro opere, regalandoci delle visioni del mondo e dell’uomo diverse e originali.
Perdersi nella musica, lasciarsi coinvolgere dal movimento dei danzatori, appassionarsi ad un coreografo, criticare qualcosa che non si è pienamente compreso, annoiarsi e poi ricredersi… questo ed altro si è verificato con IRIDICO, un progetto affascinante che ha condotto i suoi partecipanti all’interno di un viaggio ricco di sorprese. 
IRIDICO è stato l’occhio per guardare, la bocca per parlare, il corpo che si è spinto sino al punto di DANZARE…

Maria Rinaldi
Borsista della Biblioteca 
dell’Accademia Nazionale di Danza

giovedì 23 ottobre 2014

"Cosa può la Danza. Saggio sul Corpo", recensione del libro di Vito Di Bernardi

Pubblichiamo questa settimana una recensione del libro di Vito Di Bernardi, Cosa può la Danza. Saggio sul Corpo, scritta da Maria Rinaldi, borsista della Biblioteca dell’Accademia Nazionale di Danza. Il volume, disponibile presso la nostra Biblioteca, è stato presentato nell'ambito della rassegna Librindanza 2013 (seconda edizione) promossa dalla Biblioteca dell'AND. 

«Chi ha un corpo capace di molte cose, ha una mente la cui massima parte è eterna», è la frase con cui si apre il primo capitolo del testo Cosa può la danza. Saggio sul corpo, di Vito Di Bernardi.
Il volume offre al lettore la possibilità di immergersi in una serie di ricerche e riflessioni inerenti il senso della danza moderna e contemporanea, prendendo in esame il vero protagonista della danza: il corpo.
Partendo dalla filosofia di Baruch Spinoza sino ad arrivare al più recente Merleau Ponty, il corpo diviene un oggetto di studio importante, rivalutato per le sue capacità e possibilità, posto alla pari della mente con la quale agisce simultaneamente. 
Una democratizzazione, questa, sconvolgente se pensiamo ad un'epoca, quale il 1600 “spinoziano”, caratterizzata dal dualismo e dalla separazione tra anima e corpo. 
Viene così tracciato un ampio discorso filosofico, che giunge sino alla Fenomenologia della percezione di Ponty, il quale vede il corpo come lo strumento di apertura al mondo, attraverso una concezione che elimina la funzione passiva e subalterna del corpo e afferma l’esistenza del corpo soggetto, «il corpo come coscienza incarnata».
In questa nuova ottica la danza ha ripensato al modo di concepire il corpo danzante.
Già all’inizio del Novecento, la nuova danza tentò di allontanarsi dalla matrice del balletto classico proponendo nuove forme di movimento, libere e naturali.
La ricerca in questa direzione prende avvio dalle esperienze di Isadora Duncan fino ad arrivare alle pioniere della modern dance: Martha Graham e Doris Humprey. Uno sviluppo continuo che ci porta, attraverso Merce Cunningham, alla post-modern dance e ad uno stuolo di artisti che operarono dagli anni ’60 sino agli anni ’90 in senso radicale.
In questo arco di tempo, durante il quale è proprio il corpo ad essere l’oggetto di interesse e il protagonista assoluto della danza, il volume del Prof. Di Bernardi è di grande interesse perché focalizza l’attenzione sulla trasformazione del corpo, annoverando le esperienze di tre diversi artisti: Vaclav Fomič Nižinskij,  Erick Hawkins e Virgilio Sieni.
Nižinskij, il dio della danza, con i suoi Diari, espone il confine labile tra sanità e follia, attraverso un’esperienza di vita personale che lo condurrà alla necessità di anteporre il sentire del corpo, i suoi moti interiori e le sue manifestazioni più profonde. 
Come afferma lo stesso Di Bernardi, i Diari, pubblicati nel 1999 in versione integrale da Joan Acocella, rappresentano il manifesto di una nuova estetica della danza e del corpo danzante che il danzatore descrive attraverso la scoperta del suo vero corpo e del suo essere “corpo presente al mondo”.
Erick Hawkins, grande danzatore di Martha Graham, a partire dagli anni Cinquanta del Novecento, darà vita ad una personale concezione del corpo basata sulla fisiologia del movimento. Subirà l’influenza di Mabel Todd, della filosofia zen e delle arti marziale per approdare al Teatro della Percezione
Il coreografo italiano Virgilio Sieni fonda il suo lavoro sul “sentire il corpo” e opera con un “fare danza” che oscilla tra due poli: l’interno e l’esterno, il corpo interno e invisibile e la figura del danzatore in scena.
Uno studio attento e specifico viene descritto attraverso la citazione di alcune delle sue più importanti coreografie: Kore (2012), Oro (2009), La natura delle cose (2008), Tristi Tropici (2010).
In ultima analisi è possibile approcciarsi allo studio di una forma antica di teatro indiano, il Kutiyattam.
Teatro, danza e pantomima, unica forma di teatro in lingua sanscrita giunto sino ai nostri giorni, il Kutiyattam pone il focus sull’idea del “corpo sottile”, ossia un microcosmo profondo che consente all’attore di identificarsi con altro da sé e non semplicemente con i personaggi da interpretare, ma in modo particolare con i sentimenti e gli oggetti della rappresentazione.
Non può mancare l’annovero di un grande attore, Ammannur Madhava Chakyar, capace di andare in scena svuotato di tutte le emozioni, pronto a ricevere le emozioni stesse del dramma, per riformarle a passarle al pubblico.
Un volume intenso, un saggio sul corpo che apre ampie discussioni e ci riconduce a quei segreti intrecci tra i poteri del corpo e i saperi della mente.

VITO DI BENARDI, professore associato in discipline dello Spettacolo presso la Sapienza Università di Roma, laureatosi con Ferruccio Marotti al DAMS di Bologna nel 1981 in Metodologia della critica dello spettacolo, ha conseguito nel 1989 il titolo di dottore di ricerca in Antropologia (curriculum teatrale). Dal 1991 al 1993 è stato professore a contratto di Storia del mimo e della danza al DAMS di Cosenza. Ha insegnato all’Università di Siena dal 1994 al 2012 Storia del teatro e Storia della danza. Studioso di danza moderna e contemporanea e delle relazioni tra lo spettacolo occidentale e le tradizioni performative asiatiche, ha scritto su Vaslav Nižinskij, Ram Gopal, Ruth St. Denis, Erick Hawkins, Virgilio Sieni, Ammannur Madhava Cakyar, Willi Rendra, Ragunat Manet. Si è occupato del teatro di regia europeo (Peter Brook, Peter Stein) e della tradizione dell’attore comico italiano (Angelo Musco). Da più vent’anni conduce studi e ricerche in Indonesia, Cambogia e India. Ha pubblicato, oltre a numerosi saggi, i volumi Giava-Bali. Rito e spettacolo (1986), Mahabharata. L’epica indiana e lo spettacolo di Peter Brook (1989), Teatro indonesiano (1995). È socio fondatore e attualmente vicepresidente di AIRDanza. Fa parte del comitato scientifico dell’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati (Fondazione Cini di Venezia) dove si occupa delle iniziative legate alla didattica e alla diffusione della danza. Fa parte del comitato scientifico della rivista “Danza e ricerca” (DAMS di Bologna), e della collana “Intersezioni musicali”, Fondazione Giorgio Cini, Venezia. Presso l’Università di Siena ha fondato il LAVS (Laboratorio Audiovisivo per lo Spettacolo) e diretto una ricerca pluriennale sulle tecnologie audiovisive digitali per la documentazione dello spettacolo dal vivo. 

Maria Rinaldi è borsista presso la Biblioteca dell’Accademia Nazionale di Danza, iscritta al I anno della laurea magistrale LM-65 SPETTACOLO TEATRALE, CINEMATOGRAFICO, DIGITALE,  Sapienza Università di Roma.
La recensione del testo Cosa può la danza. Saggio sul corpo, di Vito Di Bernardi, è stata oggetto di studio per l’esame che la studentessa Maria Rinaldi ha effettuato in Storia della danza presso la Sapienza Università di Roma.

di Maria Rinaldi

lunedì 6 ottobre 2014

11 settembre: una data che la danza non dimentica…

Sono passati tredici lunghi anni e, forse, molti di noi ancora ne parlano, come un ricordo sbiadito e lontano…
Ma i figli, i genitori, le mogli, i mariti, i parenti e i newyorkesi non dimenticano le vittime perdute in un tragico incidente determinato da giochi di potere che nessuno può comprendere o spiegare.
La danza quest’anno ha reso tributo al ricordo dell’11 settembre del 2001 con una performance singolare ed affascinante. Nasce così Tribute: The Table of Silence Project (live dal Lincoln Center).
Non ci sono parole, immagini, video portatori di lacrime o sofferenza, ma solo il gesto e i corpi dei danzatori che animano e vivono lo spazio circostante creando il luogo del ricordo.
Attraverso un'atmosfera sonora, avvolgente e misteriosa, le menti degli spettatori si dirigono verso una profonda riflessione sulla vita, sul senso della storia e sul nostro essere al mondo.
Una danza tacita, coinvolgente, spaziale, narrativa, onirica che può dire qualsiasi cosa… si rivolge, indietro nel tempo, a quel giorno nel quale si sollevava un grido di dolore e di aiuto, si tuffa nel passato con la prospettiva di cambiare il futuro, si fissa nella mente di tutti per essere strumento di speranza.
In questo tributo la danza non necessita descrizioni, parla da sé, esprime il suo contenuto insito, dedica la sua magia alle vittime lontane, regala un momento di gioia… immortala l’istante del tempo. 


Invito a visionare il video e a scrivere commenti…


di Maria Rinaldi
borsista della Biblioteca


Jessica Iwanson all'Accademia Nazionale di Danza

Lunedì 6 e martedì 7 ottobre, presso l’Accademia Nazionale di Danza, JESSICA IWANSON, direttrice artistica della Iwanson Schule Zeitgenössicher Tanz di Monaco di Baviera (Germania), terrà lezioni di tecnica e coreografia in Aula Rosa, dalle ore 12.00 alle 13.30. Vi aspettiamo numerosi.
Jessica Iwanson (21 Aprile 1948, Stoccolma, Svezia) è una coreografa che da oltre 30 anni ha fortemente influenzato la storia della danza contemporanea a Monaco di Baviera. A Stoccolma, ha studiato presso l’Accademia di Stoccolma e ha incontrato insegnanti e coreografi come Birgit Cullberg, Kathrine Dunham, Walter Nicks, Warren Spears, Alvin Ailey e Martha Graham.
La Sig.ra Iwanson è una coreografa ed insegnante eccezionale ma anche una persona generosa, disponibile, affabile, dolce e appassionata della danza.
Le sue lezioni, energiche e dinamiche, mirano alla meticolosità e alla precisione del movimento e sono finalizzate a brevi sequenze coreografiche originali e divertenti.

Vale davvero la pena conoscerla …. Buona danza a tutti.

di Maria Rinaldi
borsista della Biblioteca

sabato 27 settembre 2014

La danza classica tra arte e scienza, il nuovo volume di Flavia Pappacena

Presentiamo ai nostri lettori il nuovo volume pubblicato dalla casa editrice Gremese: La danza classica tra arte e scienza, di Flavia Pappacena e a cura di Valerio Basciano. Il volume (in brossura, 224 pagine) contiene oltre 400 illustrazioni selezionate tra disegni, stampe d’epoca, immagini d’archivio e fotografie didattiche realizzate appositamente con gli allievi dell'Accademia Nazionale di Danza.

L'Autore
Flavia Pappacena, studiosa di teoria e tecnica della danza, ha conseguito il diploma di Perfezionamento presso l'Accademia Nazionale di Danza, dove ha iniziato il suo percorso nel 1959. Nel 1974, conseguita la laurea in lettere presso l’Università di Roma, ha ottenuto la cattedra di Teoria della danza (precedentemente di Jia Ruskaja, fondatrice e direttrice dell'Accademia Nazionale di Danza), rendendo nel corso degli anni tale materia più funzionale alla creazione di nuovi profili professionali. Dal 2007, oltre a Teoria della danza, ha insegnato anche Estetica della danza.
La sua prima pubblicazione per la casa editrice Gremese, di cui dal 1984 dirige la sezione danza della collana "Biblioteca delle arti”, è stata Fare danza, Teoria e pratica del metodo Cecchetti, di C. W. Beaumont e S. Idzikowski. Dal 1985 ha rivolto il suo impegno alla redazione di manuali per i corsi superiori dell'AND, che hanno avuto nel tempo diverse edizioni [segnaliamo nell'elenco solo le prime edizioni e solo in italiano]: Tecnica della danza classica. La coordinazione, 1985; Tecnica della danza classica. L’impostazione, 1986; Tecnica della danza classica, Il ritmo, 1988; Teoria della danza classica, I vol. Posizioni, pose e ports de bras, 2001; Teoria della danza classica, II vol. Analisi strutturale-anatomica, 2002.
Per la Gremese, inoltre, ha curato i seguenti volumi: Manuale completo di danza classica, metodo E. Cecchetti di Grazioso Cecchetti, 1995; Le Basi della danza classica di Agrippina Vaganova, 2007; Trattato dell’arte della danza di Carlo Blasis, 2008.
La sua più recente pubblicazione per la Gremese è Il Linguaggio della danza classica. Guida all’interpretazione delle fonti iconografiche, del 2012, della quale sono state pubblicate anche le versioni inglese e francese.
Parallelamente, ha svolto un’intensa attività di ricerca sulla danza in Francia e in Italia fra Sette e Ottocento, per la quale ha prodotto numerose pubblicazioni. Nel 1993, con il supporto del CNR, ha fondato il periodico Chorégraphie; nel 1999 ha promosso il convegno Recupero, ricostruzione, conservazione del patrimonio coreutico italiano del XIX secolo (Roma, CNR). Tra le sue ultime pubblicazioni, l’edizione critica delle Lettres sur la danse, sur les ballets et sur les arts (1803), di Jean-Georges Noverre (Chorégraphie, n. 6, LIM, 2012) in edizione originale e in traduzione italiana.

Il Curatore
Valerio Basciano, diplomato al Biennio specialistico dell’Accademia Nazionale di Danza, e laureando in Spettacolo teatrale all’Università di Roma “La Sapienza”, dal 2013 al 2014 è docente di Tecnica della danza classica e Laboratorio coreutico presso il Liceo coreutico “Galileo Galilei” di Mondragone. Dal 2014 insegna le stesse materie presso il Liceo coreutico “Matilde di Canossa” di Reggio Emilia. Ha curato la pubblicazione del testo di Marina Gendel e Flavia Pappacena, Lezioni di danza in musica. Teoria e pratica dell’accompagnamento al pianoforte (Piretti, Bologna, 2013).

Il volume
La danza classica tra arte e scienza, pensato come un manuale tecnico destinato ai giovani, si pone come obiettivo principale di supportare le lezioni tecniche del primo biennio del Liceo coreutico con informazioni, approfondimenti e strumenti metodologici atti a stimolare negli allievi la riflessione, la capacità di analisi e la creatività. Nel testo è chiaramente riconoscibile l’ispirazione ai manuali di Scuola italiana dell’Ottocento, soprattutto al Traité élémentaire théorique et pratique de l’Art de la danse di Carlo Blasis (Milano, 1820), dove teoria, pratica, disegni dal vero, schemi geometrici ed evidenziazioni grafiche si intrecciano per rendere viva, profonda ed emozionante la spiegazione. 
Il testo è strutturato in due parti: "Tra teoria e pratica" e "La struttura della danza. La lezione". La prima parte, che propone un percorso educativo, mira a sviluppare capacità critica e di collegamento interdisciplinare, a promuovere un approccio problematico e a connettere l'esperienza del "sentire" con quella del "vedere", oltre quella del “conoscere” con quella dello “sperimentare” sul proprio corpo. La seconda parte, che presenta invece un percorso tecnico, è costituita da una concatenazione di schede strutturate come collage di testo e immagini, la cui finalità è soprattutto di istruire suscitando al contempo una reazione imitativa. Grazie all'apparato iconografico, inoltre, si aprono prospettive multidisciplinari e raccordi interdisciplinari.
Inoltre, il testo è affiancato da una sezione di contenuti digitali integrativi studiata per offrire spazi di approfondimento interdisciplinare e di inquadramento metodologico (guida del docente, questionari per gli studenti, mappe concettuali, schede tecniche, ecc., in www.libreriagremese.it/contenuti-integrativi-danza-classica).

Il testo è consultabile presso la nostra Biblioteca. 

giovedì 18 settembre 2014

VOGLIA DI PARTIRE, ESPLORARE NUOVE METE, CONOSCERE NUOVE CULTURE, DANZARE NEI PIÙ GRANDI TEATRI ….? TUTTO QUESTO È L’ERASMUS

Una foto del gruppo di Barcellona con la professoressa Jeanne Solan danzatrice di Jiri Kilian

Lo scorso anno accademico sono partiti quattro studenti Maria Rinaldi, Marta Zampetti, Silvia Borsetti, Domenico L’Abate e tre docenti Laura Martorana, Dino Verga, Morena Malaguti, e tutti costoro sono tornati  con un bagaglio ricco di esperienze e di ricordi  indimenticabili.L’esperienza Erasmus è finalmente giunta all’Accademia Nazionale di Danza e rappresenta un’occasione unica e imperdibile.
A scrivervi è proprio una testimone diretta che ha trascorso cinque bellissimi mesi in Spagna nella calorosa città di Barcellona.
Non nascondo di aver avuto dubbi e paure prima della partenza. Temevo che andando via avrei perso un pezzo della mia vita qui in Accademia e che sarei rimasta “indietro” (utilizzando un’espressione che tra noi studenti è abbastanza tipica) sui programmi accademici del mio corso di studi. La questione più ostica riguarda i crediti e voti … ero preoccupata della corrispondenza dei crediti tra la mia scuola e quella scelta per l’Erasmus, per i voti che in Spagna sono dati in decimi (in Italia in trentesimi), per la lingua, per le materie diverse rispetto al mio piano di studi.
Leggendo di questi miei dubbi per chiunque sarebbe scontato pensare che forse sarebbe meglio non partire, restare a casa, fare il bravo e ligio studente ed evitare di sognare, di conoscere nuove realtà. Ad un tratto però tutto è cambiato e dopo aver chiesto tramite mail all’Institut del Theatre di Barcellona di poter effettuare il secondo semestre presso la loro scuola, dopo aver ricevuto risposta affermativa, a seguito della valutazione del materiale che avevo inviato, mi sono convinta che questa sarebbe stata un’occasione da non perdere, un’esperienza unica e che tutto il resto sarebbe stato solo questione di burocrazia.
Chi si approccia all’arte, qualunque essa sia, non può rinunciare all’occasione di conoscere e apprendere da ogni fonte o pensare di  restare ancorato alla scuola come se fosse la grande madre dalla quale non separarsi. Danzare, nel nostro caso, significa sentirsi liberi di esplorare e sperimentare. Andare in Erasmus significa proprio questo. 
Appena giunta in Spagna ho capito di aver fatto la giusta scelta.
Nel corso dei cinque mesi trascorsi a Barcellona ho avuto la possibilità di conoscere e apprezzare nuovi professori che hanno stimato la mia dedizione agli studi e soprattutto conoscere nuovi e simpaticissimi compagni di classi provenienti da ogni dove: Spagna, Portogallo, Finlandia, Repubblica Ceca.
Partecipare all’Erasmus significa lanciare una sfida a sé stessi: imparare una nuova lingua, accettare una nuova mentalità scolastica, adattarsi in breve tempo all’ambiente, conoscere una nuova città colma di storia e tradizioni locali, farsi nuovi amici italiani e non, investigare sulla danza, osservare nuovi metodi di insegnamento e soprattutto imparare tantissime cose nuove.
L’Erasmus regala emozioni, gioie, lacrime e ti consente di riflettere su chi sei, cosa vuoi diventare e cosa vorresti fare per il tuo paese di origine.
Andando all’estero, sogno ormai di tutti i giovani della nostra generazione, ho compreso che noi che rappresentiamo il futuro di questo paese, dovremmo e potremmo davvero porre la nostra arte come strumento di cambiamento e rivoluzione. Sogno di una giovane ancora immatura e troppo illusa? Forse, ma l’Erasmus è anche questo. In Erasmus si danza con una nuova passione, si studia con grande curiosità e si torna a casa più forti e grandi di prima ….
Partite e danzate, danzate e danzate ancora…

di Maria Rinaldi
borsista della Biblioteca 




lunedì 15 settembre 2014

Campadidanza - una finestra sulle notizie di danza dall'Italia e dal mondo

Ci fa piacere segnalare sul nostro blog tutti quegli strumenti che possono essere utili per fare ricerca,   approfondire argomenti o per tenersi aggiornati sulle ultime novità. Così oggi vi presentiamo CAMPADIDANZA http://www.campadidanza.it, sito che nasce nasce dal desiderio di condividere e diffondere informazioni sulla danza, soprattutto notizie e commenti che sulla carta stampata non trovano spazio e di conseguenza non possono fare rete con tutti coloro che sono interessati al mondo della danza. 
L’idea iniziale nasce da Movimento Danza – Organismo di promozione della Danza diretto da Gabriella Stazio, che ha presentato il progetto Campa di Danza, ovvero tutta la danza in Campania – una piattaforma collaborativa, di collegamento e di confronto diventata punto di partenza per CAMPADIDANZA  Magazine, che dalla Campania apre una finestra sull’Italia e sul mondo. 
Ideazione del progetto Gabriella Stazio
coordinamento Raffaella Tramontano
design e web Pasquale Ottaiano
Art Pep Minichino

Vi segnaliamo tra gli ultimi articoli pubblicati: 

mercoledì 10 settembre 2014

Progetto abstract in Biblioteca

In Biblioteca è partito un nuovo progetto: la preparazione degli abstract delle tesi di laurea più meritevoli prodotte dagli studenti dell'Accademia Nazionale di Danza. Il progetto, affidato alla studentessa dell'AND Maria Rinaldi (che ha ottenuto la borsa di collaborazione presso la Biblioteca), nasce con l'intento di rendere più facile la consultazione del materiale ai nostri utenti. Grazie agli abstract, oltre ad ottenere le informazioni di base della tesi, si potrà leggere una sintesi del suo contenuto.
Di seguito un esempio degli abstract prodotti:

ACCADEMIA NAZIONALE DI DANZA
Istituto di Alta Cultura

Diploma accademico di Biennio Specialistico
 per l’insegnamento delle discipline coreutiche indirizzo danza classica


Abstract: LA TECNICA E LO STILE DI BALANCHINE

Candidata: Carla Wertenstein   Relatore: Flavia Pappacena  
Anno accademico: 2006/2007                                


George Balanchine è stato uno dei più grandi coreografi e danzatori del XX secolo, considerato il fondatore di una particolare tecnica del balletto che rielabora molte nozioni di base della danza accademica.
Chiamato il “coreografo musicista”, Balanchine libera il balletto dalla sovrastrutture narrative evitando di raccontare storie e focalizzando la sua attenzione solo sulla musica.
Seguendo il disegno armonico della musica le sue coreografie si esprimono con grande purezza e linearità delle forme. Il movimento stesso rappresenta un trait d’union di forma e contenuto.
Il metodo Balanchine, da lui stesso applicato alla School of American Ballet e al New York City Ballet, forma dei danzatori con qualità tecniche di musicalità, rapidità, purezza di linee e dinamismo, necessarie all’interpretazione dei suoi balletti. Il suo lavoro si dirige verso la ricerca e la sperimentazione. Per lui è necessario conoscere le regole per poi infrangerle e crearne nuove.
La tesi proposta da Carla Wertenstein mira all’analisi delle caratteristiche della tecnica e dello stile balanchiniano, prendendo come punto di riferimento il testo di Suki Schorer, Balanchine Tecnique. La testimonianza della Schorer, danzatrice di Balanchine e poi in seguito insegnante presso la SAB, è focalizzata sulle innovazioni che il maestro apporta nell’ambito coreografico attraverso un lavoro centrato su specifiche caratteristiche: musicalità assoluta, autonomia della danza dalla struttura narrativa, dinamica del movimento, geometria delle linee, simmetria del corpo, valorizzazione di ogni singola parte del corpo.
Scopo di questa tesi è ripercorrere i dettagli e le sfumature dello stile del coreografo e analizzare nello specifico il suo metodo di insegnamento per mettere in risalto le differenze che intercorrono tra la consolidata tecnica accademica di stampo russo e il metodo balanchiniano.
Un viaggio interessante con il quale è possibile scoprire la carriera di un grande coreografo e un grande uomo capace di offrire uno stile di vita, una filosofia e una metodologia d’insegnamento con la quale seppe valorizzare la sua arte e i suoi danzatori.




[i] La tesi si propone di analizzare la struttura della lezione del Maestro Balanchine nelle sue parti specifiche: sbarra, centro e allegro. L’analisi dei principi di base della tecnica quali le direzioni, il piazzamento, il peso, la postura, la posizione dei piedi e delle mani, consente di poter osservare le differenze rispetto ai principi base della tecnica russa.
I capitoli dal V al IX offrono una dettagliata descrizione dei passi eseguiti alla sbarra, delle pose al centro, dei salti, dei giri e della tecniche delle punte.

giovedì 4 settembre 2014

I Sei giorni a settimana di Cecchetti - Il progetto della Société Auguste Vestris

La Société Auguste Vestris (Associazione senza scopo di lucro) sta realizzando un progetto su Enrico Cecchetti. Durante il mese di agosto 2014 sono state effettuate le riprese del documentario "ENRICO CECCHETTI’S “SIX DAYS OF THE WEEK - THE UNDERLYING PRINCIPLES" (I Sei giorni a settimana – I principi dietro il Metodo di Enrico Cecchetti).

Per molti anni Julie Cronshaw (FISTD) e il Consiglio della Société Auguste Vestris hanno cercato un ballerino o danzatrice professionista che conoscesse perfettamente il metodo Cecchetti e che fosse disposto/a a mostrare in un film didattico i principi del "Sei giorni a Settimana". L'intento non era di produrre una lezione-programma (“The Syllabus”) per la preparazione al Diploma Enrico Cecchetti, ma di spiegare come e perché funziona il metodo Cecchetti.

Per questo motivo, nel documentario non si presentano tutti gli esercizi previsti per ciascun giorno della settimana, ma solo una scelta, destinata ad illustrare le leggi di movimento sulle quali si fondava Cecchetti e che conferiscono al suo Metodo la sua tremenda efficacia.

Per fortuna si è proposta per questo lavoro una ballerina, Muriel Valtat, ex-Prima Solista del Royal Ballet, attualmente professore all'Ecole supérieure de Danse du Québec.

Nel documentario sono state anche inserite interviste con Muriel Valtat, Julie Cronshaw, il cineasta George Massey e la pianista accompagnatrice Morta Grigaliunaite.

Il film una volta edito si potrà vedere su Youtube sul futuro canale TheCecchettiConnection dove verrà pubblicato in segmenti di 10-15 minuti, ognuno corrispondente a un giorno della settimana, con annessi i commenti.

Il progetto complessivo ha un costo di circa 6.300 euro, la Société Auguste Vestris ha fino ad ora contribuito con 2.000 euro, ma per portare a termine il progetto è necessario l'aiuto di sponsor e finanziatori.

Durante l'estate 2015 il progetto proseguirebbe con l'intento di illustrare anche la tecnica maschile.

Per ulteriori informazioni

Website della Société Auguste Vestris


mercoledì 3 settembre 2014

Riapertura e orari della biblioteca

Dopo la chiusura estiva, la biblioteca ha riaperto il I settembre e osserverà, nei mesi di settembre e ottobre, l'apertura nei seguenti orari: dalle ore 11,00  alle 17,00 il lunedì e il mercoledì
L'orario completo riprenderà nel mese di novembre con l'inizio del nuovo anno accademico.

lunedì 14 luglio 2014

Chiusura estiva della biblioteca

Gentili utenti, 
la Biblioteca resterà chiusa al pubblico durante il periodo estivo dal giorno sabato 19 luglio a domenica 31 agosto. 
E' possibile inviare richieste di informazioni, di ricerche e di suggerimenti alla posta elettronica della biblioteca:


Auguriamo a tutti buone vacanze!

Vollmond, coreografia Pina Bausch

sabato 5 luglio 2014

Ritorno a Viganò. Convegno internazionale di studi

Da giovedì 26 a sabato 28 giugno si è svolto, presso il Teatro La Fenice di Venezia - Sale Apollinee -,  Ritorno a Viganò. Dagli esordi veneziani alla fortuna europea, il convegno internazionale di studi sul ballerino, coreografo e compositore Salvatore Viganò, nell'ambito del Festival "Lo Spirito della Musica di Venezia".  
Il convegno è stato realizzato dalla Fondazione Teatro La Fenice con il patrocinio del Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell'Università Ca' Foscari di Venezia e in collaborazione con l'Accademia Nazionale di Danza.




Il convegno era articolato nel seguente modo:

giovedì 26 giugno ore 14.30 
Franco Bolletta, Adriana Guarnieri, Gunhild Oberzaucher-Schüller, José Sasportes: Saluti 

Flavia Pappacena: Influenze francesi e stile italiano nell’esperienza artistica di Onorato Viganò 
Stefania Onesti: «Quella del piacere è la regola delle regole»: tracce di poetica in Onorato Viganò Madison and Debra Sowell: The Viganò family in the Sowell collection: Passports and libretti, poems and images 
Matilda Ann Butkas Ertz: Revisiting Viganò’s La vestale with the manuscript musical score 

venerdì 27 giugno ore 9.30 
Francesca Falcone: Raul signore di Crechi ossia La tirannide repressa (1791): un soggetto rivoluzionario in danza 

Gunhild Oberzaucher-Schüller: Viganò’s Viennese ballets as seen by Cornelius von Ayrenhoff Annamaria Corea: Otello sui palcoscenici italiani del primo Ottocento 
Ornella Di Tondo: «Io disperatamente amo, ed indarno»: La Mirra da Vittorio Alfieri a Salvatore Viganò Noemi Massari: Mirra: un personaggio tra parole e danza 

venerdì 27 giugno ore 14.30 
José Sasportes: Ritorno a Ritorni 

Giulia Taddeo: Sguardi dal Novecento: il mito dell’«antiregolista» Salvatore Viganò negli scritti di Anton Giulio Bragaglia 
Silvio Paolini Merlo: Viganò e Beethoven nell’evoluzione del teatro drammatico moderno 

sabato 28 giugno ore 9.30 

Maria Cristina Esposito: Prometeo in miniaturai balletti di Viganò da «eseguirsi con automi» 
Rita Fabris: Il coreodramma di Salvatore Viganò: un fenomeno di massa?

Emiliano Giannetti: L’altro Viganò: le prime esperienze di composizione musicale fra danza e teatro lirico 
Guillaume Jablonka: How did ballet look like in the late XVIII century. Analysis of examples taken from Ferrere manuscript (1782) 


Non solo Salvatore Viganò, quindi, l'intervento di Flavia Pappacena, ad esempio, aveva lo scopo di individuare alcuni aspetti specifici relativi alla concezione coreografica, all'interpretazione della fonte letteraria e all'interpretazione del mito nell'attività complessiva di Onorato Viganò (padre di Salvatore), mentre quello di Madison Sowell, invece, ha contribuito ad offrire maggiore chiarezza circa le parentele all'interno della famiglia Viganò grazie a documenti quali passaporti, libretti, poemi e immagini appartenenti alla collezione Sowell. 
Francesca Falcone, invece, ha proposto (con una registrazione video) una ricreazione di alcune sequenze pantomimiche e danzate, tratte dal II atto del balletto Raul signore di Crechi ossia la Tirannide repressa di Salvatore Viganò, grazie all'esecuzione di quattro studenti dell'Accademia Nazionale di Danza: Mara Capirci, Paolo Pisarra, Mattia Raggi, Herri Igli.  






mercoledì 16 aprile 2014

Librindanza 2014

a cura di Manuela Canali e Natalia Gozzano


Librindanza 2014 giunge alla sua terza edizione in occasione della Campagna di promozione della lettura IL MAGGIO DEI LIBRI 2014 promossa dal Centro per il Libro e la Lettura.
La Biblioteca dell’Accademia Nazionale di Danza, polo per l’arte coreutica della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, promuove questa manifestazione con l’intento di creare occasioni di dialogo e di scambio di idee, conoscenze e ricerche, considerate fondamentali per l’arricchimento culturale e artistico contemporaneo.
Libro e danza, documento e teatro costituiscono le parole chiave intorno alle quali ruota tutto ciò che ha a che fare con il nuovo concetto di archivio come luogo della memoria in movimento e come riscoperta del corpo danzante, magazzino di esperienze sensoriali, emozionali e cognitive.
Danza e biblioteca sono all’apice di un percorso che coniuga l’effimero della danza con la tangibilità della materia cartacea e del suo profumo senza tempo. Biblioteca e danza tramandano entrambe il patrimonio del sapere collettivo, ovvero la memoria che preserva, seleziona e favorisce il recupero di ciò che è caduto nell’oblio.
In particolare in questa edizione Librindanza intende approfondire i suoi preziosi legami – instaurati dalla Biblioteca dell’Accademia Nazionale di Danza nel corso della sua costante attività - con Istituti culturali italiani di particolare eccellenza quali l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Istituto del Teatro e del Melodramma della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, l’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, l’Università degli Studi “Tor Vergata” di Roma, esprimendo in tal modo il dinamismo dell’arte coreica e il suo rapporto con le Arti (musica, letteratura, arti visive…). In tempi di crisi punta sulla cultura come strumento di promozione della produzione creativa e della sua fruizione.

9 maggio venerdì ore 18,00
Inaugurazione
In collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
I Ballets Russes di Diaghilev tra storia e mito, a cura di Patrizia Veroli e Gianfranco Vinay
Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Roma 2013

10 maggio sabato ore 18,00
In collaborazione con Open House edizione 2014
Visita guidata e proiezioni: L’Accademia e la sua fondatrice Jia Ruskaja a cura di Manuela Canali
in collaborazione con Nika Tomasevic e Maria Lucia Violo.
Performance degli studenti dell’Accademia Nazionale di Danza
VII-VIII Corso normale dei Maestri Ricky Bonavita e Valeria Diana (indirizzo moderno).
Coreografia M° Jonathan Tabacchiera, Vincitore della XII edizione Premio Roma (2013)

17 maggio sabato ore 18,00
In collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini di Venezia
Pietro Bertoja, scenografo e fotografo, a cura di Maria Ida Biggi
Fratelli Alinari, Firenze 2013

24 maggio sabato ore 18,00
In collaborazione con la Fondazione Istituto Nazionale
del Dramma Antico (INDA) di Siracusa
I 100 anni dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico (1914-2014)
Celebrazione del centenario dell’INDA che ha avuto, tra i suoi protagonisti,
Jia Ruskaja, fondatrice dell’Accademia Nazionale di Danza.

31 maggio sabato ore 18,00
In collaborazione con Università degli Studi “Tor Vergata” di Roma
Donatella Gavrilovich, Le arti e la danza. I coreografi russi e sovietici tra riforma e rivoluzione
UniversItalia, Roma 2012














(Immagini in sequenza tratte da La danza come un modo di essere, Casa Editrice Alpes, Milano 1928)


Librindanza 2014 – III edizione
In Mostra
Antichi gioielli musicali
dal Fondo Jia Ruskaja appartenente all’Archivio storico-Biblioteca dell’Accademia Nazionale di Danza

Spartiti, Partiture, Fotografie e Costumi
a cura di
Mariangela Olmeda
Antonella Altavilla
in collaborazione con Grazia Pia Sabatelli e Maria Lucia Violo

Sala espositiva Accademia Nazionale di Danza
Date apertura: 9 - 10 - 24 maggio 2014 (ore 16-20)